Le pievi di Desenzano e Rivoltella

Le pievi di Desenzano e Rivoltella

Le pievi di Santa Maria Maddalena di Desenzano e San Biagio di Rivoltella non paiono di antica fondazione e presentano numerosi problemi di interpretazione (dei documenti scritti e dei dati materiali) che vanno discussi congiuntamente. Sono ricordate entrambe nel privilegio di papa Eugenio III del 1145, che riconosce al vescovo di Verona la giurisdizione sulle pievi della diocesi.

La corte di Desenzano compare in un privilegio dell’878 di Carlomanno in favore dei monaci di San Zeno di Verona, documento fortemente interpolato, e comprende campi, prati, selve, due monticelli, molini fino a Maguzzano. A queste proprietà l’imperatore aggiunge,oltre al castello e alla pieve, un podere sull’Isola del Garda e i diritti di caccia e pesca sul lago da Peschiera alla Rocca di Manerba e a Scovolo e in tutta la selva di Lugana. Questa parte del documento appare interpolata, in quanto è inverosimile che alla fine del IX secolo esistessero già il castello di Desenzano e la Rocca di Manerba, fondati non prima del X secolo e attestati ancora più tardi nelle fonti documentarie. Il primo ritorna nella documentazione nel 1107, quando la contessa Matilde, vedova di Ugone, conte di Desenzano, lascia al monastero di San Tommaso di Acquanegra beni sia fuori sia entro il castello. La Rocca ha la sua prima attestazione nel 1090, quando Uberto, figlio del defunto Arduino, conte di Parma, vi sottoscrive un atto.
Nella parte genuina, il documento dell’878 conferma il passaggio al fisco regio (prima longobardo, poi carolingio) di una grande proprietà, verosimilmente già pertinente alla villa romana di Desenzano, ubicata nel “borgo regio” (toponimo assai significativo) e non lontano dalla pieve di Santa Maria. Nel 1145 la corte, la pieve ed il castello erano sotto la giurisdizione del vescovo di Verona, di cui doveva essere stato vassallo il conte di Desenzano (ricordato nel documento del 1107). Successivamente, il castello viene infeudato alla famiglia dei da Poncarale che nel 1221 restituisce i diritti sul castello al vescovo, che a sua volta li cede al comune locale. Oltre al castello, a Desenzano è ricordato, fin dal 1078, un villaggio.
La pieve di Santa Maria Maddalena è stata ricostruita integralmente a partire dal 1586 e non possiamo dire se un frammento di arredo liturgico decorato ad intreccio (IX secolo), ora murato in una casa vicina, in via Mazzini 23, provenga dalla chiesa. L’antichità del luogo di culto è dunque ipotetica, come pure la sua funzionalità iniziale, forse relativa a una cappella della corte regia, il che ne giustificherebbe la dipendenza imperiale, sostenuta nella donazione di Carlomanno. Nelle visite pastorali di inizio ‘500 alcune chiese sono ricordate come dipendenti dalla pieve. Nel 1530 sono San Giorgio, distante tre miglia e diruta, San Lorenzo a un miglio e mezzo, San Bernardino di Centenaro, distante quattro miglia.
San Benedetto, chiesa campestre, ora scomparsa, sorgeva sul lago extra muros della villa romana; nel 1541 se ne ordinò la demolizione e venne spostata in alio loco.
Sant’Ambrogio in castello, documentata nella prima metà del XII secolo in un breve recordationis di Polirone (Regestum Mantuanum, n. 278), ricostruita a partire dal 1509, è ricordata nella visita pastorale del 1541. Si trova in un settore del castello che, a giudicare dalla mappa del catasto napoleonico, sembra riferibile ad una quarta fase di fortificazione. La prima (XI-XII secolo?) corrisponde probabilmente ad un primo nucleo con impianto rettangolare e case distribuite sul filari; la seconda, con la parte bassa della torre sull’ingresso, assegnabile al XIII secolo in base alle angolate in pietra bugnata, vede un leggero ampliamento; la terza, nel XIV-XV secolo per gli archi ribassati a spigolo vivo, comporta il raddoppio del castello verso sud, l’aggiunta di un rivellino all’ingresso, l’ampliamento dell’angolo nord ovest collegato al rivellino e la sopraelevazione delle torre; solo alla quarta, degli inizi del XVI secolo, quando il castello aveva perso la sua funzione militare, sembra riferibile, oltre alla chiesa, la realizzazione di cinque lotti di casette sul lato nord est. Una quinta fase, infine, ha comportato gli interventi ottocenteschi di demolizione dei corpi interni e la costruzione dei nuovi edifici sul lato nord e ovest, destinati a caserma.

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