
La chiesa, ricordata per la prima volta nel 1184, è stata costruita sul versante di una collina, presso l’antica strada che da Lonato portava a Centenaro e a Pozzolengo. Ad aula unica, ha un’abside scandita esternamente da sottili lesene, come a Santa Maria di Bottenago e San Donino di Desenzano. Le tre monofore strombate dell’abside, ad arco ricavato in concio, sono del tutto identiche, anche per l’uso della pietra tenera grigio ferro, alle finestre dell’abside di San Zeno a Lonato e a quelle, realizzate con altro tipo di pietra, di San Girolamo e San Donino a Desenzano.
La tecnica muraria della facciata, del perimetrale nord e dell’abside è in bozze e pietre spaccate di varia litologia e colore disposte in corsi suborizzontali, simile a quella di Sant’Emiliano di Padenghe. La parete sud è invece in ciottoli messi in opera con una certa regolarità. I cantonali sono in conci di maggiore dimensione e meglio rifiniti. Il portale in facciata ha grossi stipiti in grandi conci squadrati di reimpiego, mentre la piattabanda riusa una lastra di minor spessore. Una seconda porta, alta e stretta, a sud in prossimità del presbiterio, è ora murata; ha stipiti in conci di calcare bianco e rosso e arco in pietra tenera. Infine, tre sono le finestre nel perimetrale nord e due in quello sud, simili a quelle dell’abside, sul lato nord con cornici in pietra tenera (una con arco in laterizi), in quello sud con cornici in calcare. Sono di età moderna il rifacimento, all’interno, del presbiterio, il campanile impostato sul muro di testata orientale e la grande finestra rettangolare con arco ribassato in laterizi che ha deturpato la facciata.
Questo post è disponibile anche in: Inglese
Medioevo sul Garda